La Chianca Amara

Adiacente alla Cattedrale di Vieste è da ricordare una roccia detta “la Chianca Amara”, monumento alla ferocia umana, su cui furono trucidati donne , vecchi e bambini il 18-21 luglio 1554 dalle orde del sanguinario pirata Turco Draguth Rais ( Draguth,o Torghud, Raiss Bassà, luogotenente dell’altrettanto tristemente noto Khair-ed-Sin, conosciuto in occidente come Barbarossa comandante dell’armata Turca di Solimano detto il Magnifico).

La Storia della Chianca Amara

Secondo Vincenzo Giuliani, letterato viestano del ‘700 il corsaro Draguth Rais, “la Spada snudata dell’Islam” , già prigioniero del D’Oria (comandante della flotta Genovese) e disgraziamente da questi, per intercessione della moglie Peretta Usodimare, liberato,  tra 18-21 luglio del 1554 con le sue 70 galee sbarcò a Vieste, durante una festa di paese, dove si consumò l’eccidio de la Chianca .
Draguth Rais non arriva per una spedizione mirata, capita per caso in quel 18 Luglio 1554, spinto da una violenta tempesta.
Egli che non lasciava mai niente di intentato, non esita ad usare sistemi terribili pur di affermare la sua autorità.
Ancorate le 70 galee presso lo scoglio di S. Eugenia e alla punta del Corno fa sparare novecentosettanta colpi di cannone contro le mura della città e contro il Castello di Vieste.
La popolazione sorpresa e terrorizzata si rifugia nella Cattedrale e nel Castello e il Governatore trasmette subito la notizia alle autorità provinciali. Queste, però, operano con molta lentezza. Solo Nicolantonio Dentice, signore di Monte S. Angelo, accorre con un manipolo di uomini che ha a suo servizio ma rimane mortalmente ferito.
La tradizione vuole che la città fu cinta d’assedio e cadde solo per tradimento di un tal canonico Nerbis.
Abbattute le mura, i pirati si danno a saccheggiare case, a uccidere e rapire persone con inaudite efferatezze, specie nel luogo della Chianca Amara, ove, come vuole la tradizione, gli inabili, gli anziani, le donne, i bambini e i sacerdoti vengono trucidati, moltissimi vengono trascinati sulle navi con violenza gli uomini validi e le giovani donne per essere tratti in schiavitù o diventare oggetto di commercio.
In seguito Nerbis fu,

  dando un esempio de’ premi che si devono ai felloni della patria, all’uso turchesco impalato.

 

 

( Giuliani V.-Memorie storiche politiche ecclesiastiche della città di Vieste pag. 145- Napoli 1768 – ristampa Saluzzo 1873 )

Ma anche i feroci pirati non sono immortali e Draguth incontrò il suo destino a Malta, dove il 25 giugno del 1565, durante un assedio, fu trafitto a morte da una grossa scheggia di roccia che era stata sparata da una cannonata ed era rimbalzata verso di lui come un proiettile. Per fronteggiare simili scorrerie, nel 1566 furono costruite lungo la costa Garganica le torri di difesa.

Alcuni studiosi, in epoca più recente, ridimensionano parzialmente la vicenda e sopratutto il conteggio delle vittime,  7000 secondo Giuliani.

Li turchi! Li turchi!

 

 

Così gridavano i torrieri dell’Adriatico quando avvistavano le navi dei pirati all’orizzonte) , tutte a base quadrata, che ancora oggi fanno da corona al mare cristallino di Vieste.

Resta nel popolo il pauroso ricordo perpetuato nei detti e nei canti . Le nenie che cullarono i bambini della nostra gente, dicono tra l’altro:

 

Tutti li Santi j voglio chiamare
ma Sant’Michele chiù di tutti.
Sant’Michele ca si chiù putente
libra ninno mio da li Turchi…
E da li Turchi e da li mali gente
libra ninno mio ca jè nnucente!

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